“Te diśaró quèst”. Vita quotidiana e grande storia in un’autobiografia popolare
Il volume raccoglie i documenti di una lunga storia di vita raccontata in due diari - uno di questi anche illustrato - da Giovanni Piazza, uno scalpellino di Sirone, nato nel 1890 e morto nel 1987. Le due autobiografie, redatte in tarda età (tra il 1983 e il 1985), costituiscono una ricca e significativa testimonianza relativa alle vicende personali dell'autore e ai principali avvenimenti sociali e politici del Novecento, a partire dagli anni dell’infanzia dell’autore, con la difficile vita degli operai e dei contadini della Brianza tra Ottocento e Novecento. Tra i molti temi sviluppati dal racconto, scritto in un italiano popolare segnato dalle forme del dialetto, che nel volume sono state rigorosamente mantenute, un rilievo particolare ha l’attività di estrazione e lavorazione della pietra nel Lecchese e l'emigrazione di inizio Novecento dei picasàs verso la Svizzera e la Germania, che coinvolse Piazza come molti altri lombardi. C’è poi la narrazione, densa di dettagli, del primo conflitto mondiale, a cui Piazza prese parte dal primo all'ultimo giorno, con una particolare attenzione per le condizioni dei soldati in trincea e degli abitanti delle zone di guerra. Ma le passioni di Giovanni furono anche la musica, che iniziò a studiare nel 1904 entrando a far parte della costituenda banda di Sirone e che coltivò da dilettante per tutta la vita, il gioco delle bocce e delle carte che praticò a partire dalla giovinezza e l'arte figurativa in cui si espresse prima attraverso il lavoro di scalpellino (realizzò monumenti funebri, sculture ed elementi decorativi e di arredo per ville e palazzi) e poi, dai settant'anni fino alla morte, con la pittura.
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