La sala del dialogo antropologico, luogo di incontri e di confronti
Anche al MEAB esiste qualcosa di simile ad una sala conferenze. Ma ha un altro nome, anzi ne ha due. Lo spazio è dedicato alla memoria di Roberto Leydi, fondatore della etnomusicologia italiana e ricercatore che ha dato contributi essenziali alla ricerca sulla musica popolare anche in Brianza e nel Lecchese. Viene inoltre considerata come la sala dei beni immateriali e del dialogo antropologico. Qui infatti si proiettano filmati, si ascoltano racconti e musiche, si osservano fotografie: tutti supporti che permettono di fissare e di analizzare quei beni culturali che Alberto Mario Cirese definiva “volatili” e che la ricerca etnografica raccoglie e studia con particolare attenzione, per la loro precarietà e per la loro importanza: gesti rituali, tecniche produttive o terapeutiche, espressioni narrative o canore, modi di parlare o di muoversi, pratiche che rimandano a conoscenze e a credenze.
Da dieci anni, il museo propone annualmente questi incontri raccogliendoli sotto il titolo Voci e gesti della tradizione, declinato dal 2011 al plurale. La ricerca in profondità, infatti, mostra che non esiste la tradizione isolata dalle altre, come non esistono le culture diverse e separate. Esistono le donne e gli uomini, oltre che le idee e le abitudini, che si muovono nello spazio per le più varie ragioni. Così le tradizioni si incontrano e si modificano ‘contaminandosi’.
Questa rassegna, poi, offre l’occasione per riflettere sulle varie culture e quindi anche sulla nostra, ospitando antropologi, storici, linguisti, museologi, che illustrano le loro ricerche e ragionano con il pubblico sugli aspetti che distinguono ma anche su quelli che unificano gli uomini. |