MEAB - Museo Etnografico Alta Brianza
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La fienagione, complemento indispensabile all’allevamento

I foraggi - e principalmente il fieno - sono stati tra le produzioni maggiori per quantità e più costanti nel tempo, dell'agricoltura di montagna e nella pianura irrigua, dove soprattutto i bovini hanno garantito agli allevatori e talvolta anche alle famiglie contadine con un maggior numero di capi contadini un regime alimentare migliore, grazie alla disponibilità dei prodotti caseari oltre che del concime per l'ingrasso dei campi, degli animali da traino per i lavori agricoli.
In collina invece, dove prevalevano la vite, il gelso e i cereali, “scarsi vi sono i foraggi (Jacini, 1856). Il bestiame era perciò “non numeroso”, sebbene “indispensabile dove si lavora con l’aratro”. La situazione della stalla, nella nostra zona, dipendeva dalla conformazione del terreno da coltivare ma anche dai rapporti di proprietà. Specie in collina, infatti, il contadino non proprietario allevava una sola mucca per riuscire a vendere periodicamente il vitello (a cui si destinava prioritariamente il latte), che fruttava un po’ di denaro contante, mentre le famiglie che possedevano gli animali da lavoro erano quelle con più terra da lavorare in luoghi poco scoscesi. In ogni caso – seppure in misura diversa a seconda dei capi di bestiame allevati - la produzione del fieno era un'attività strategica nell'economia agricola e ad essa veniva dedicato molto lavoro: tre 'tagli' all'anno, che significavano, per tre volte, operazioni di sfalcio, raccolta, essiccazione, trasporto e conservazione, affidate -fino all'introduzione delle attrezzature meccaniche - al duro lavoro manuale.
La sala del museo illustra, attraverso gli attrezzi impiegati, ma anche mediante le riprese filmate, le varie fasi di questi lavori e le operazioni ad esso collegate, sia secondo le tecniche tradizionali sia nel caso di attività oggi meccanizzate: dalla preparazione del prato mediante la sua concimazione al taglio, dall’affilatura della falce all’essiccazione, dal trasporto alla conservazione.
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Ciò avveniva sia al chiuso, dove il fieno veniva pressato nel fienile, sia all'aperto, dove era invece sistemato in un grande mucchio di forma conica attorno ad un palo centrale, costruito in modo che la pioggia non penetrasse, ma scivolasse via lungo i fianchi. La sezione della sala dedicata all’agricoltura che parla della fienagione si integra con quella dedicata all’allevamento, nell’ambiente dedicato alla stalla.
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