La caccia e l’uccellagione: necessità e divertimento di un’epoca passata
Una sezione staccata del museo, dedicata a queste attività si trova in quello che è stato il roccolo di Costa Perla, sulla strada che dal paese di Galbiate porta all’eremo del Monte Barro. Dopo che l’uccellagione era stata vietata in Lombardia, il Parco ha acquistato già nel 1988 l’ex roccolo posto in una posizione panoramica di grande bellezza, dove dal 1990 ha sede un osservatorio ornitologico che funziona stagionalmente come stazione di cattura per finalità di studio.
Qui - da agosto a dicembre - si stendevano verticalmente delle reti mascherate dalla vegetazione appositamente predisposta, mentre degli uccelli vivi, tenuti in gabbia o legati come zimbelli, richiamavano, con il loro canto e con i loro movimenti, i loro simili, al momento del transito. Nei prati che costituivano il roccolo si piantavano anche degli alberi scelti per le loro bacche o i loro frutti, che attiravano particolari specie di uccelli da catturare. Le prede di questa attività erano destinate, come per la caccia, al consumo alimentare; ma più spesso, gli uccelli irretiti erano venduti come uccelli vivi da richiamo per la caccia al capanno.
La sezione del museo propone, nel casello di quello che un tempo era una bresciana e attorno ad esso, una serie di pannelli che illustrano queste attività, ogni quasi dimenticate. Il visitatore può ascoltare il canto delle diverse specie di uccelli e osservare molti oggetti sconosciuti a molti: spauracchi intrecciati, reti usate nel roccolo, gabbie di forme e dimensioni differenti con specifiche funzioni, strumenti per la caccia come lo specchietto per le allodole, archetti che i ragazzi imparavano a farsi da sé, trappole di ferro per la cattura degli animali da pelliccia, comprese le talpe. |