L'agricoltura, base della economia e della società tradizionali
La sala più ampia del museo è dedicata all’agricoltura tradizionale: l’attività che per secoli ha garantito il sostentamento della gran parte degli abitanti della Brianza. Gelso per il baco da seta, fieno e bovini, mais, frumento, vite sono stati i prodotti principali delle nostre colline tra Settecento e Novecento.
Dall’Ottocento al Novecento, sono state le famiglie contadine a fornire, prima, la manodopera femminile alle filande e poi quella maschile alle officine. In queste famiglie, divenute 'pluriattive', si sono poi delineate le due figure che hanno accompagnato il crepuscolo dell'agricoltura tradizionale nell’alta Brianza: quella dell'operaio-contadino, lavoratore inserito nel nuovo contesto economico ma ancora legato alla terra, e quella dell'ex affittuario che riesce, nel secondo dopoguerra, a diventare proprietario di piccoli appezzamenti, dove porta avanti un'attività diventata ormai secondaria.
Proprio grazie alle donazioni di queste famiglie è stato possibile costituire una parte importante del museo: gli strumenti di lavoro e le macchine d’uso domestico conservati nei solai, nei ripostigli, nelle cantine e nelle cascine, che un tempo servivano alla bachicoltura, alla coltivazione dei campi e della vigna, alla fienagione e all’allevamento, ma anche gli utensili e i manufatti dei lavori artigiani, sono diventati il nostro patrimonio con cui documentare la cultura materiale e ricostruire la storia sociale del territorio che sta attorno al museo. |