MEAB - Museo Etnografico Alta Brianza
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Il trasporto in campagna: un marchio di classe

Il grande dialettologo ed etnografo svizzero Paul Scheuermeier, viaggiando per le campagne italiane negli anni ’20 del Novecento, scrive : “Trasportare significa servire. Il padrone non effettua trasporti: si fa portare quello di cui ha bisogno".
In effetti, prima della meccanizzazione e della diffusione del benessere, che avrebbero portato all’uso anche tra le classi popolari della bicicletta prima e dei veicoli a motore poi, si impiegavano gli animali da soma e da tiro (cavalli, asini, muli e soprattutto buoi) ma più spesso si usava il proprio corpo per portare i carichi a braccia, a spalla o sul dorso. I contadini - uomini e donne - trasportavano ogni giorno prodotti, merci, oggetti: dai prati al fienile, dal bosco alla legnaia, dall'orto al mercato, dal mercato alla casa, dal pozzo alla cucina, dalla casa al lavatoio.
A parte l'uso delle funi metalliche per mandare a valle il fieno o la legna, forza animale e forza umana erano le uniche forme di energia disponibili per il lavoro contadino e, nel caso del trasporto, il ricorso all'una o all'altra dipendeva dalle condizioni economiche della famiglia, con le sue possibilità di allevare animali da tiro e di possedere un carro o una slitta, oltre che dalla conformazione del terreno e dalla distanza da percorrere.
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C’erano poi le professioni specifiche che non potevano fare a meno di spostare merci e persone per guadagnarsi da vivere: il cavallante e il carrettiere, che lavoravano per il commercio di merci altrui, ma anche i mercanti ambulanti dei generi più diversi che spostavano il loro banco di vendita raggiungendo le cascine isolate, i cortili, le piazze dei paesi e delle città.
Nelle famiglie contadine, comunque, tutti coloro che erano in condizioni di farlo portavano pesi: donne, uomini, ragazzi ed anche i bambini. Il trasportare, nelle classi popolari, non era considerato un'attività socialmente degradante. Anzi, l'inevitabile necessità di caricarsi pesi è stata elaborata sul piano culturale come occasione per dimostrare la propria forza e quindi il proprio ruolo preminente nel lavoro. Se questo era vero in generale, vi era però, sul piano sociale, una differenza importante tra i contadini piccoli proprietari e i coloni. Se il trasporto era per tutti una dura necessità, per i primi corrispondeva soltanto alle proprie esigenze, mentre per i secondi era anche un obbligo contrattuale. Il colono aveva sempre l'obbligo di trasportare fino alla casa del padrone i prodotti.
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